Finalmente, tra 800 e 900, una spezieria da medicina.
Pianeri e Mauro
La città cambia ruolo e status tra 800 e 900: nel 1866 entra a far parte del Regno d’Italia e finalmente gode di un lungo periodo di pace che dura fino alla vigilia della Grande Guerra (1914-1918).
Dapprima non si notano grandi cambiamenti, ma con la diffusione della rivoluzione industriale, del progresso scientifico e delle grandi invenzioni della seconda metà dell’Ottocento cambia del tutto il modo di produrre, di viaggiare, di commerciare.
La città s’ingrandisce e così la fabrica del Bo riprende lena: si creano consorzi, si raccolgono ingenti mezzi finanziari: tutto per costruire le nuove sedi dell’Università e per abbellire o rendere più funzionale il suo nucleo centrale. Nei primi anni quaranta del Novecento il lavoro è compiuto, così come oggi noi lo vediamo.
La farmaceutica, sulla scia del grande sviluppo antecedente della chimica, diventa protagonista della produzione industriale di medicinali ed i punti vendita precedenti, le farmacie Padova, si devono adeguare ed aggiornare. Intanto nella Università si moltiplicano nuove cattedre, laboratori, istituti di ricerca.
Sempre saldamente integrata alla sede unica degli studi universitari patavini, la nostra antica "spezieria da medicina", sempre nota come la Farmacia al Bo, si è evoluta con lo Studium e vive una fase di ulteriore sviluppo.
I suoi titolari, dottor Pianeri e dottor Mauro, la dotano di un apparato produttivo innovativo, collocato all’esterno della farmacia stessa, con annesso deposito. Grazie alla ricerca scientifica e all’imprenditorialità, la semplice "farmacia Padova" sale di rango e diventa fornitrice della Real Casa (Savoia), mutando denominazione: l’insegna marmorea di Reale Farmacia Pianeri e Mauro, posta presso l’entrata di via Cesare Battisti (adiacente all'ingresso di via 8 febbraio), è visibile ancora oggi.
Foto a destra
Su concessione dell’Universita’ degli Studi di Padova - Ufficio Gestione documentale
Collocazione: Archivio storico dell’Università degli Studi di Padova, Raccolta fotografica, foto nn. 0011
A quegli anni risale anche l’arredamento ligneo tuttora presente nella Farmacia: un bancone in radica e scaffali a parete su tre lati con angolare circolare. Sui ripiani erano posti centinaia di vasi smerigliati contenenti le sostanze per lo più usate nel laboratorio galenico della Farmacia, che giunse a dar lavoro fino ad otto persone a tempo pieno.
Laboratorio e banco di vendita comunicavano a voce con uno dei primi telefoni a muro di una rete telefonica interna-esterna, mentre il banco di vendita e il magazzino soprastante comunicavano con un ascensore in legno su carrucole, mosso a mano con corde.
Gli antichi vasi da farmacia e gli strumenti di laboratorio, la maggior parte in vetro e in bronzo, ma anche in ottone, marmo, ferro e legno, sono tutt’oggi conservati.
Il paziente poteva attendere la consegna del farmaco sui seggiolini in legno intarsiato che corredavano i due tavoli di marmo verde Alpi posti accanto al bancone, oppure riceveva il farmaco a domicilio. La bicicletta a carrello anteriore rimasta e data a suo tempo in uso al garzone apprendista testimonia che le consegne erano frequenti.
La duplice titolarità, Pianeri e Mauro, durerà nella gestione per oltre un secolo, fino al 1941, poi subentrerà un altro gestore, Pietrogrande, per un decennio. Infine subentra la dinastia attuale, con i rappresentanti di tre generazioni della famiglia Tarana, arrivata a Padova nel 1953.
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